20.3.11

Terrore

quella che vado a narrare è una storia vera.
questa sera, come tutte le sere, mi reco dalla mia migliore amica che vive a un solo isolato da casa mia.
dato che stasera lei doveva ancora farsi la doccia, ho deciso di sedermi su una panchina sotto casa sua a fumarmi una sigaretta aspettando che lei finisse.
Ad un certo punto la mia canzone finisce, faccio per scegliere la prossima, quando sento un ringhio.
non un ringhio di cane, bensì un ringhio umano.
avete presente quel ringhio rauco e gutturale che si fa quando hai la gola secca? ecco una cosa simile.
inizialmente non mi preoccupo, pensando ad un gatto di quelli che in calore emetto stridii tipo bambino che grida...
invece, d'un tratto alzo lo sguardo e vedo una figura nera al bordo della luce emessa dal lampione.
dovete sapere che nella piccola piazza dove sono solita passare le mie giornate c'è un piccolo campo d'erba con delle panchine e di fronte ci sono dei giochi per bambini in un piccolo recinto di legno.
subito dopo il recinto c'è un prato di grandi dimensioni... o meglio, non è piccolo e nemmeno maestoso, diciamo di dimensioni degne per essere chiamato prato. questo suddetto prato, non ha nemmeno un lampione e quindi la sera non si vede nulla.
proprio da questa zona d'ombra esce fuori una sagoma che ondeggia, si muove trascinando una gamba e ringhia. sì, ringhia. quei ringhi particolarmente paurosi che mettono strizza alle ragazzine dalla fervida immaginazione come me. infatti, inizialmente penso ad uno zombie come quelli di cod in "kino der toten".
impaurita me ne sto sulla panchina cercando di capire cosa o meglio chi mi sta venendo incontro. era  a 10 metri da me quando la luce lo illumina abbastanza per farmi capire che era un ubriacone. intanto lui continua a ringhiare in modo rauco, forte quasi stesse urlando.
mi guardo intorno e vedo che comunque sono sola, e allora diffidente mi alzo e velocemente (non correndo eh) arrivo al citofono della mia amica e lei mi fa entrare.
salgo su le spiego la situazione e poi dopo che lei si è preparata scendiamo. anche perchè a dirla tutta la piazza in cui siamo cresciute è famosa per droga, spacci e azioni violente di tanto in tanto. una normalissima piazza di periferia. quindi un pò ci siamo abituate, e comunque sappiamo che di lì a poco ci avrebbe raggiunto il gruppo.
scendiamo, e sentiamo di nuovo questo urlo-ringhio in lontananza. vediamo davanti al bar dell' angolo una volante dei carabinieri, deduciamo quindi che sono intervenuti e l' hanno allontanato.
tranquille ci sediamo a fumare e chiacchieriamo per un po'. arriva però il solito gruppo di ragazzi che, anche se li conosciamo, non frequentiamo, e decidiamo quindi di lasciare loro la solita zona e andare alle panchine. ad essere sincere, per quanto ci fossimo prese male prima, parlando del più e del meno ci siamo quasi dimenticate del tizio.
mentre ci apprestiamo alle panche, sentiamo di nuovo quel ringhio provenire dal parcheggio accompagnato da un ringhiato gutturale che dice "uccidetelo" e "uccidetemi". queste parole però vengono ragliate come a sillabe in un grottesco "uc...ci...de...te...lo..." .
prese ancora più male ci fermiamo quando questa figura sbuca di nuovo a pochi metri e corre verso di noi senza motivo. terrorizzate (ammettiamolo) corriamo a nostra volta verso il bar. l'ubriaco smette di correre e cammina nuovamente strisciando la gamba con le mani in avanti (vi giuro era la postura vera e propria degli zombie dei film, solo un pò più composta) verso il bar diventando come violento, ogni ramo di albero viene spostato con ferocia e il ringhio diventa arrabbiato e non più lugubre. le parole ora sono "as...sas...si...no as...sas...si...no..."
Noi giustamente entriamo nel bar, e dalla porta lo vediamo aggrapparsi ad un cespuglio, poi urlando distruggerlo quanto riesce nelle sue condizioni e dopodiche accasciarsi su un gradone e rimanere immobile.
noi approfittiamo del suo crollo e ci avviamo verso casa decidendo che "no, non è serata" mentre i gestori del bar chiamano nuovamente i carabinieri.

lo so, forse non è una cosa di cui avere paura o spaventarsi, ma vi assicuro che non è stato piacevole. proprio no.

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